Circe: le origini

13,00

Rassegna Lucciole e Silenzio | Sito Archeologico di Monte Adranone
di ALESSANDRA FALLUCCHI & MARCELLA FAVILLA

Circe è la figlia di Elios, Dio del Sole, e dalla Ninfa Perseide: ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente…

Acquista prodotto

Descrizione

di ALESSANDRA FALLUCCHI & MARCELLA FAVILLA
con ALESSANDRA FALLUCCHI
Regia MARCELLA FAVILLA
Scene e Costumi Sara Bianchi
Musiche Massive Attack| Luci Giuseppe Filipponio
Assistenti alla regia Chiara Anzelmo & Lorenza Molina
|Movimenti Scenici Fabrizio Federici
Foto Manuela Giusto | Organizzazione – Produzione Zerkalo

Circe è la figlia di Elios, Dio del Sole, e dalla Ninfa Perseide: ma è tanto diversa dai genitori e
dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente;
è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli
Dei. Quando a causa di questa sua natura eccentrica viene esiliata nell’Isola di Eea, non si
perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara ad addomesticare le bestie selvatiche,
affina le sue arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amori, amicizia,
rivalità, paura, rabbia, nostalgia, accompagnano gli innumerevoli incontri e scontri che le
riserva il destino…finché non più solo maga ma anche amante dovrà scegliere una volta per
tutte se appartenere al mondo divino o a quello dei mortali che ha imparato ad amare. La
Circe greca è figura ambigua e ambivalente: crudele ma anche pietosa, ostile ma anche amica.
Circe è Donna, Ninfa, Maga, Amante ma anche Moglie, racchiude le molte potenzialità del
femminile e di queste ci interessa parlare.
«IL MIO VISO, I MIEI ALTRI VOLTI CHE VI
ADERISCONO SOPRA COME GOMMA,
COME FIORI CHE SI APRONO E SI
CHIUDONO, COME GOMMA COME
ACCIAIO LIQUIDO,
COME ACCIAIO, VISO D’ACCIAIO. »
(Margaret Atwood | Circe/Fango)
Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo
e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esiste un prima e un dopo nella vita di questa
figura che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione
classica. Circe non è solo la maga strategica che conosce le virtù e i poteri delle piante e che
impara ad addomesticare le bestie selvatiche, ma è anche e soprattutto una donna di passioni.
Perché per tremila anni si è sempre pensato che Circe avesse la colpa di aver circuito Odisseo?
Perché si è sempre accostato al nome di Circe l’epiteto di “puttana”? Perché la si è sempre
definita oggetto del desiderio di Odisseo? Abbiamo deciso di lavorare a partire dalle fonti
letterarie di M. Miller e M. Atwood per dare un respiro più ampio e contemporaneo a questa
figura femminile, riscattandola dall’immagine di semplice Femme Fatale. Da carnefice a vittima,
da comparsa a protagonista. La drammaturgia originale racconta una versione differente di
questo personaggio così affascinante ed enigmatico. Ci interessa raccontare la Circe PRIMA del
famoso incontro con Odisseo, la Circe bambina e il percorso di trasformazione e cambiamento
che la porterà a diventare non solo maestra di magie e filtri, ma soprattutto grande conoscitrice
di sé stessa e dell’animo umano. L’attaccamento al padre Elios, Dio del Sole che non ha esitato
ad esiliarla per compiacere Zeus, il rapporto conflittuale con la madre Perseide che non la
guarda nemmeno; e poi ancora la scoperta del sesso, dell’amore o del presunto tale. Vogliamo
raccontare le esperienze diverse che ne plasmano la personalità, parlare della metamorfosi
tutta interiore e moderna di questa “donna”, di questa “Dea dalla voce Umana”. In tal senso
l’elemento sonoro sarà fondamentale nello spettacolo, sia per la presenza di composizioni
elettroniche che per l’uso della voce metallica delle registrazioni. In scena un praticabile e 5
vasi con gli elementi primari dell’isola: sassi, foglie, conchiglie, sabbia, rami. Un turbine di
materia e suono che lava e lenisce, sporca e soffoca. Circe è l’isola deserta e la sua vera
“stregoneria”, altro non è che saper ascoltare la natura e viverla con una passione travolgente.
Marcella Favilla