Don Chisciotte. TRAGICOMMEDIA DELL’ARTE

soggetto originale Marco Zoppello
elaborazione dello scenario e dialoghi Carlo Boso e Marco Zoppello
interpretazione e regia Michele Mori e Marco Zoppello
costumi e fondale Antonia Munaretti
maschere Roberto Maria Macchi
struttura scenografica Mirco Zoppello
disegno luci Matteo Pozzobon
produzione StivalaccioTeatro, TSV — Teatro Nazionale

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Descrizione

Costo platea e palchi centrali € 14.00  | Palchi laterali € 10.00

soggetto originale Marco Zoppello
elaborazione dello scenario e dialoghi Carlo Boso e Marco Zoppello
interpretazione e regia Michele Mori e Marco Zoppello
costumi e fondale Antonia Munaretti
maschere Roberto Maria Macchi
struttura scenografica Mirco Zoppello
disegno luci Matteo Pozzobon
produzione StivalaccioTeatro, TSV — Teatro Nazionale

— ALESSANDRA AGOSTI, IL GIORNALE DI VICENZA
«Ed è proprio l’incrocio, l’incastro e l’armonia che fuoriesce
tra il dialetto veneto, pomposo, leggero, arrotondato, musicale,
con il vernacolo toscano, stoccate, veleno, bastonate, che
stimola quell’allegria contagiosa esaltata da una costante
interazione, mai stucchevole né indigesta né tanto meno
fastidiosa però, con la platea che ha accettato lo scambio,
lasciandosi andare nell’abbraccio del teatro, del mestiere,
cullandosi tra parodie e battute, ridendo di testa, di pancia,
rumorosamente, in maniera godereccia.»

— TOMMASO CHIMENTI, RECENSITO.IT
«L’effetto è pirotecnico e vorticoso, in una sovrapposizione
temporale che travolge anche il testo, contaminato da
citazioni letterarie e teatrali di ogni epoca.»

— NICOLETTA CAVANNA, RADIO GOLD
Giulio Pasquati, Padovano, in arte Pantalone e Girolamo Salimbeni, Fiorentino, in arte Piombino,
sono due attori della celebre compagnia dei Comici Gelosi, attiva e applaudita in tutta Europa
tra il XVI e XVII secolo. Sono vivi per miracolo. Salgono sul palco per raccontare di come
sono sfuggiti dalla forca grazie a Don Chisciotte, a Sancho Panza ma soprattutto grazie al
pubblico. A partire dall’ultimo desiderio dei condannati a morte prendono il via le avventure
di una delle coppie comiche più famose della storia della letteratura, filtrate dall’estro dei
due saltimbanco che arrancano nel tentativo di procrastinare l’esecuzione, tra mulini a vento
ed eserciti di pecore. E se non rammentano la storia alla perfezione, beh, poco importa, si
improvvisa sul tema dell’amore e della fame, del sogno impossibile, dell’iperbole letteraria,
della libertà di pensiero e di satira con “l’unico limite: il cielo” come direbbe Cervantes.
Uno spettacolo sul pubblico, per il pubblico e con il pubblico, perché è quest’ultimo che
avrà il compito di salvare i due attori dalla morte… di salvare il teatro. Anche noi, attori dietro
i “personaggi attori” abbiamo attinto in assoluta libertà a quel contenitore straordinario che
è il Don Chisciotte, rimasticandolo in un tosco-veneto condito di emilianismi e francesismi
e prendendoci il permesso di “tirare per la giacchetta” autori come Leopardi, Pulci,
Ruzzante, Dante, De la Barca, Shakespeare e tanti altri.